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Calciopoli atto II

Ultimo Aggiornamento: 19/04/2010 16:12
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02/04/2010 18:30

Juventini: "Aridatece gli scudetti"
- Moggi gusta fredda la sua vendetta:
la sua difesa setaccia 170'000 contatti telefonici e scova le telefonate agli arbitri dal

Pres.Inter, Facchetti e Galliani.

- Un sito juventino pubblica la telefonata Bergamo-Moratti:
"Vediamo di far 10 risultati utili di fila, eh!", "Ci tenevo a incontrarla per farle una confidenza"

- La deposizione di Auricchio e l'inchiesta a senso unico;
alle denunce del guardalinee Coppola rispondevano: "L'Inter non ci interessa."

- Moratti risponde dalla "Stampa" torinese:
"Guardi, è davvero roba da matti." (mentre in tribunale fa pace con Moggi). Per ora la società tace, ma Del Piero parla e il mondo juventino è in fermento,
la parola d'ordine è: "Aridatece gli scudetti!"







1 - LE TELEFONATE SFUGGITE... ANZI NO: MORATTI...
Emilio Cambiaghi (aka Dr.Zoidberg) per JuventinoVero ( www.ju29ro.com )


Ci avevano detto che non esistevano telefonate di dirigenti interisti ai designatori
e le dichiarazioni di Paolo Bergamo, che sostenevano l'esatto contrario, erano state bollate come deliri di un uomo disperato.

Ma,
come già anticipato, la realtà si sta dimostrando assai diversa. "Volevo chiamarLa io". Così esordisce Massimo Moratti, in una telefonata intercorsa con il designatore, subito dopo Inter-Sampdoria, 3-2, del 9 gennaio 2005, quello della rimonta immortalata da un dvd della Gazzetta dello Sport.

Il numero di telefono quindi ce l'aveva e lo usava, la confidenza con le giacchette nere, pare, anche: "Guardate, proprio bravi" dice il presidente ai guardalinee nel post-partita, talmente bravi che "mi hanno strizzato l'occhio".

Stessi complimenti rivolge a Bertini, arbitro di quella gara: "Sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...".

Moratti sapeva quindi dell'usanza di chiamare gli arbitri al termine di ogni match.
Aveva un Meani anche l'Inter?

E Bergamo
, a contraccambiare l'entusiasmo dell'eccellentissimo interlocutore, si produce in un augurio assai poco cupolistico: "Vediamo di fare dieci risultati, partite utili di fila, eh!".

Uno slancio decisamente singolare, così come singolari sono gli accordi presi per un incontro dal vivo tra i due. Moratti desidera un tête-a-tête e Bergamo, affettuosamente, ricambia:

"Anch'io, perché ci tenevo, per farLe una confidenza".

Ascoltate e, nella vostra mente, provate a sostituire il petroliere con un qualsiasi ex-ferroviere.

Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave...
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti...
Moratti: L'ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte... bravi a beccarli, come cazzo fate voi a beccarli... mi hanno strizzato l'occhio...

Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!

Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...

La partita in oggetto è dunque Inter-Sampdoria 3-2 del gennaio 2005.
Con la Samp in vantaggio per 2-0 fino al 38' del secondo tempo, ci saranno 4 minuti di recupero e l'Inter segnerà all'88', al 91', e al 93'.


Bergamo-Moratti, dicembre 2004.

Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...

Proviamo a fare un po' il punto della situazione. La notizia di questi giorni è che, a quanto pare, Paolo Bergamo non era pazzo. L'ex designatore aveva più volte dichiarato che aveva frequenti contatti con tutti i dirigenti di serie A e che si meravigliava che queste telefonate non fossero agli atti.

Ed infatti, come confermato dagli avvocati di Moggi, sono stati rinvenuti centinaia di contatti riconducibili proprio ai rapporti cui faceva riferimento l'ex designatore. La domanda che da più parti si pone, e alla quale finora nessuno ha dato una risposta circostanziata, è perché questa notizia sia uscita solamente adesso, a molti mesi dalla chiusura delle indagini e dai rinvii a giudizio. La questione è molto semplice. L'indagine di Napoli e le relative trascrizioni effettuate dai carabinieri si basano solo su un limitato numero di telefonate.

Come più volte ammesso dal tenente colonnello Auricchio in aula, la Juventus e il suo Direttore Generale Moggi erano i principali obiettivi dell'indagine. Chi ha raccolto il materiale audio ha quindi tralasciato di segnalare come "interessante" tutto quello che si discostava dal filone che stavano seguendo gli investigatori.

Questo atteggiamento degli inquirenti è stato oggetto anche della testimonianza in aula a Napoli del guardalinee Rosario Coppola, il quale denunciò proprio agli uomini di Auricchio di avere avuto pressioni per modificare un referto arbitrale in senso favorevole all'Inter, ottenendo in cambio una lapidaria risposta: "L'Inter non ci interessa!".

Il dubbio che qualcosa fosse stato tralasciato ha quindi convinto le difese di Moggi e i suoi consulenti che bisognava investigare nel "mare magnum" del materiale intercettatorio, composto da oltre 170.000 contatti, e la cui preparazione è costata circa 25.000 euro. Il materiale così ottenuto è stato sezionato per molti mesi dai consulenti, i quali hanno tenuto riservato, giustamente, il risultato del quadro che andava via via formandosi.

Ecco quindi il motivo per cui la notizia è stata diffusa solo in questi giorni. E' ragionevole dunque pensare che nelle prossime settimane, forse nei prossimi mesi, gli esiti di questa attività di analisi possano essere utilizzati nel corso del dibattimento a Napoli, dove, non dimentichiamolo, gli imputati hanno il difficile compito di lottare contro l'infamante accusa di "associazione a delinquere".

Un'accusa pesante, che nell'Italia di oggi è sufficiente per farti indicare come un appestato. Ed infatti molti degli imputati hanno avuto gravi problemi di salute e abbiamo notizia che, lontani dalla ribalta mediatica del mondo del calcio, si sono consumati numerosi drammi familiari.

Ecco perché il silenzio della Gazzetta dello Sport, che in questi giorni sta facendo finta di nulla, stride in maniera atroce con il sensazionalismo colpevolista della stessa testata nel maggio del 2006.
Quello stesso sensazionalismo, alla base del "sentimento popolare", fu il fattore decisivo attraverso il quale vennero elargite le condanne dello pseudo-processo sportivo.

Ma tutto ciò non ci meraviglia, soprattutto dopo aver appreso il contenuto dei tabulati agli atti del procedimento, nato dalla querela contro ignoti dell'arbitro De Santis, per la fuga di notizie della primavera del 2006. Tale indagine avrebbe stabilito che il materiale proveniva dall'ufficio di Auricchio, ma che non si può essere certi di quale manina abbia spinto il bottone, per cui è stato tutto archiviato. Sembra che il tenente colonnello Auricchio, tra il 2004 e il 2005, abbia avuto un fitto scambio di telefonate proprio con un giornalista della Gazzetta: Maurizio Galdi.

Ad ogni modo le prime anticipazioni sui contenuti del materiale rinvenuto dai consulenti di Moggi sembrano promettenti. C'è ad esempio una telefonata del 10 gennaio 2005 tra Bergamo e Moratti, in cui il primo comunicherebbe al suo interlocutore di aver scelto Gabriele, reduce da una lunga squalifica, per la partita di Coppa Italia Bologna-Inter e che gli manderà anche due bravi assistenti. Oppure c'è la telefonata del 3 gennaio 2005 tra Bergamo e Facchetti, con il designatore che invita a cena il dirigente nerazzurro, facendogli presente che avrebbe piacere di vederlo per fare due chiacchiere. Su cosa?

GALLIANI

Ed inoltre cosa hanno da dirsi Galliani e Bergamo
tra il 28 aprile e il 7 maggio
, proprio alla vigilia di Milan-Juventus
vinta dai bianconeri per 1-0 e decisiva per lo scudetto?

Chiediamo ai nostri lettori di continuare a seguirci.
Per capire cosa potrebbe succedere prendiamo in prestito proprio le parole di Ruggero Palombo, il gran cerimoniere che sulla Gazzetta dello Sport diede il via allo scandalo del 2006:
"Il quesito è il seguente:
che cosa potrebbe accadere se invece, magari a campionato concluso, nella quiete che precede la grande kermesse dei Mondiali, spuntassero fuori dei bei fascicoloni che ci raccontano di questa e quella telefonata, di come il calcio viveva la sua quotidianità, non il secolo scorso ma appena un anno fa?
Sia chiaro, non si tratta necessariamente di scoperchiare chissà quale pentola maleodorante, di scoprire veri e propri reati sportivi.

Uno «spaccato» di un certo modo di vivere il calcio tra prestigiosi addetti ai lavori potrebbe anche bastare (e avanzare) per rendere la prossima estate, destinata a essere priva dei tradizionali gialli finanziari relativi alle iscrizioni ai campionati, comunque rovente.
Fantacalcio? Nel dubbio, suggeriamo alla Federcalcio e al Coni di attrezzarsi per ogni evenienza.
Sarebbe infatti disdicevole scoprire che tutti sapevano tutto.
E che nessuno s' era mosso (oltre il minimo indispensabile), nella speranza che certe marachelle restassero chiuse nei cassetti di qualche Procura.

In talune circostanze, spalancare le finestre può essere molto più utile che ostinarsi a tenerle serrate.

Ps. Avviso ai naviganti.
D' ora in avanti, al posto dei subdoli cellulari, si suggerisce il ritorno ai vecchi e cari pizzini."

Fonte: Emilio Cambiaghi www.ju29ro.com
02-04-2010
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02/04/2010 18:47


2 - MORATTI: "NON TEMO LE INTERCETTAZIONI"
Luca Ubaldeschi per "La Stampa"


«E' incredibile. Di più, è ridicolo».

Massimo Moratti non alza il tono di voce. Anzi, accenna un sorriso, che non basta però a mascherare l'amarezza per il riemergere di un argomento - Calciopoli - che in casa Inter viene considerato una storia da non dimenticare, certo, ma da lasciar giacere negli archivi del calcio.

Ecco invece rimbalzare le notizie dal processo napoletano su Calciopoli, gli annunci dell'avvocato Prioreschi, difensore di Luciano Moggi, su tante telefonate all'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo non trascritte dagli investigatori. Fra le quali ci sarebbero anche colloqui con Massimo Moratti e lo scomparso Giacinto Facchetti. «Che tristezza», commenta il presidente nerazzurro, «forse non si rendono conto di quello che è successo veramente».

Al patron nerazzurro non interessa sottolineare che si parli di un pugno di telefonate in un mare di 171 mila intercettazioni.
E neppure che a chiamare - a quanto sembra - fosse l'allora designatore. No, la sua è un'obiezione di fondo. «Guardi - si sfoga - è davvero roba da matti, una cosa incredibile, glielo dico sinceramente.
Il punto che va chiarito è uno soltanto: so come ci siamo sempre comportati noi dell'Inter e ho letto come invece si comportavano gli altri. E' tutto lì. La differenza è evidente, è emersa negli anni scorsi e non c'è altro da aggiungere».



3 - ALEX RIVUOLE I TITOLI
Jacopo D'Orsi per "La Stampa"

Da una parte il vigile silenzio della Juve società,
dall'altra le parole della squadra (Del Piero) e l'ansia di milioni di tifosi: e se Calciopoli non fosse finita 4 anni fa, con la retrocessione in B e la rimozione della Triade
(ad eccezione di Bettega, rientrato a fine dicembre nelle vesti di vice-dg) dalle stanze del potere?
«Questo è un argomento ampio, per noi è una ferita ancora aperta
- ha detto ieri il capitano alla tv del club - : mi auguro che gli scudetti che ci sono stati tolti vengano riconosciuti a livello globale e non solo perché li sentiamo nostri.
Fermo restando che nella mia carriera porto con orgoglio l'anno di serie B».
Le sue sono frasi tutt'altro che casuali. Anche perché subito dopo ha aggiunto:
«Nell'ultimo mese si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza,
anche se per il momento bisogna attenersi ai fatti».

Del Piero si riferisce evidentemente alle nuove intercettazioni di cui ha parlato Maurilio Prioreschi, avvocato di Moggi al processo di Napoli.
Riguarderebbero colloqui tra i due designatori arbitrali dell'epoca (stagione 2004/05), Bergamo e Pairetto, e i massimi dirigenti di Inter e Milan:
Moratti, il compianto Facchetti, Galliani.
«Non escludo che i racconti che si facevano Moggi e Bergamo siano roba da educande rispetto a ciò che pensiamo di trovare nelle conversazioni non ancora ascoltate»,
ha promesso Prioreschi, alle prese con 171 mila telefonate da studiare.
«Ma qualcosa di interessante già c'è, ne divulgheremo i contenuti a tempo debito, forse già nella prossima udienza».

«Aspettiamo di vedere», dice dal canto suo il pm Narducci.
Musica per le orecchie del popolo bianconero, che al netto del desiderio di vendetta nei confronti dell'Inter s'è scatenato (anche) sul web nella speranza di vedere riscritta la storia.
Su vecchiasignora.com , una delle community più numerose, è comparsa pure una petizione, votatissima:
«Noi tifosi chiediamo a proprietà e dirigenza di prendere posizione in merito agli sviluppi del processo di Calciopoli,
nonché di richiedere la revisione del processo sportivo qualora venissero confermati i nuovi elementi di prova

che contravvengono il sistema accusatorio che ci ha visti condannati alla retrocessione in B,
alla revoca di due scudetti e a consistenti perdite economiche e di immagine».


Per il momento, i vertici bianconeri attendono che vengano scoperte le carte, e non potrebbe essere altrimenti.
Nessun commento, nessuna mossa.
Almeno fino alla prossima udienza di martedì 13 aprile: le cose cambierebbero se dovessero emergere prove concrete del coinvolgimento di altre società all'interno del cosiddetto sistema-Moggi.
Nell'attesa, ci pensa Del Piero a solleticare l'appetito della tribù.
L'uomo che in bianconero ha giocato (626 presenze) e segnato (271 gol) più di tutti rivendica, come ha sempre fatto, i due scudetti confiscati dalla giustizia sportiva (revocato e non assegnato quello del 2004/05, perso per retrocessione all'ultimo posto e assegnato all'Inter quello del 2005/06), ma per la prima volta si basa su elementi, sia pure tutti da verificare, che per sua stessa ammissione «fanno pensare a qualcosa di diverso».
Il salto di qualità riassume benissimo l'ansia e le speranze dell'universo bianconero.
Per la prima volta si va oltre a quel «li abbiamo vinti sul campo», già sentito anche di recente da parte di quasi tutti i protagonisti, da Capello («Dicano quello che vogliono, ma sono nostri: io non ho visto tutti questi favori»), Cannavaro («Ho gioito per loro, nessuno me li toglierà»), Buffon, Emerson e tanti altri.

Perfino da chi, come Vieira e Ibrahimovic, saltò il fosso verso l'Inter a macerie ancora calde.
Lo stesso presidente Blanc, prima che la stagione prendesse una piega disastrosa, aveva parlato di «terza stella» come obiettivo («Se vincessimo il campionato gli scudetti diventerebbero 30»), rimediando un esposto alla procura federale del Coni.
Del Piero ora spera di avere un motivo più forte per richiedere quei titoli, «anche a livello globale», cioè ufficialmente, dalla Figc, dopo un'eventuale revisione del processo sportivo che portò alla B.
In pratica si tratta di un «restituiteceli»: solo sussurrato dal capitano, ma fa rumore.



4 - MA IN TRIBUNALE MORATTI FIRMA LA PACE CON MOGGI...

Da "La Stampa"
- Pace «giudiziaria» tra il presidente dell'Inter, Moratti, e l'ex dg della Juventus, Moggi.

Dopo una guerra fatta di carte bollate, sono giunti ad un accordo transativo che chiude ogni contenzioso nato ai tempi di Calciopoli.

La pace è stata sancita davanti al giudice del tribunale di Roma Scivicco, che, nel processo che vedeva imputato Moggi per diffamazione a mezzo stampa, ha dichiarato estinto il procedimento per remissione della querela da parte del club nerazzurro. In cambio, Moggi non darà seguito alla causa civile, con richiesta danni per 4 milioni di euro, intrapresa contro l'Inter e contro il gruppo «L'Espresso» per un'intervista di Moratti.


5 - CALCIO: VIERI CHIEDE A FIGC REVOCA SCUDETTO INTER
(ANSA)
- MILANO, 2 APR - L'ex giocatore dell'Inter Christian Vieri ha chiesto alla Procura federale della Figc la revoca dello scudetto 2005-2006 della societa' nerazzurra e l'interdizione dalle cariche societarie per il presidente Massimo Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi.

Questo sulla scorta degli atti dell'inchiesta penale milanese sui dossier illeciti in cui Vieri figura parte lesa per una presunta attivita' di spionaggio ai suoi danni. Per la vicenda e' in corso anche una causa civile nella quale Vieri chiede un maxi-risarcimento a Inter e Telecom.
E' nell'ambito di questa causa che sono stati acquisiti gli atti dell'inchiesta penale per la quale e' in corso a Milano l'udienza preliminare. La richiesta di revoca dello scudetto presentata da Vieri, assistito dall'avvocato Danilo Buongiorno, e' basata, a quanto si e' saputo, sulla presunta violazione dell'art.18 del Codice di giustizia sportiva che prevede, in caso di 'violazione dello Statuto, delle norme federali e di ogni altra disposizione loro applicabili' da parte delle societa', anche 'la non assegnazione o revoca del titolo di campione d'Italia'. La richiesta di interdizione di Moratti e Ghelfi e' stata presentata in base all'articolo 19 del Codice sportivo che stabilisce le sanzioni per gli stessi casi a carico dei dirigenti.

02-04-2010

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02/04/2010 21:19

Ci credo ( anche senza leggere tutta quella pappardella li ).

Poi cosa succederà ? Faranno uscire di galera tutti i ladri d'Italia ed andranno dai Carabbbinieri a chiedere che gli vengano restituiti tutti i gioielli rubati ?

NO, fatemi capire.

Perchè se l'Inter rubava cosa rubava ? N'ha mai vinto uno scudetto dal 1989 ... !!! Poi quest'anno : vediamo come rubiamo lo scudetto !

Mah !

Come dire che i derubati sono andati a rubare l'acqua dei fiumi !!! Boh !

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02/04/2010 23:02

Re:
sbandieratore-solitario, 02/04/2010 21.19:

Ci credo ( anche senza leggere tutta quella pappardella li ).

Poi cosa succederà ? Faranno uscire di galera tutti i ladri d'Italia ed andranno dai Carabbbinieri a chiedere che gli vengano restituiti tutti i gioielli rubati ?

NO, fatemi capire.

Perchè se l'Inter rubava cosa rubava ? N'ha mai vinto uno scudetto dal 1989 ... !!! Poi quest'anno : vediamo come rubiamo lo scudetto !

Mah !

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Il Milan adesso non sta vincendo niente, eppure ad ogni episodio dubbio parte la caccia alle streghe... [SM=x44464]
Sarò superficiale, ma è quello che più o meno ho sempre sostenuto: 1) la pressione sugli arbitri porta sicuramente dei vantaggi, ma non può decidere in assoluto dei risultati 2) sotto l'aspetto (anti)sportivo le squadre sono tutte uguali, almeno le cosiddette "grandi" (Intercettazionale compresa).

Nè lupi mannari nè verginelle... solo gente che ha a che fare con tanti ma tanti ma tanti dindi, e dello sport che piace tanto a noi se ne frega abbastanza..... [SM=x44463][SM=g1700002]


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02/04/2010 23:26

Vieri: ''Revocate all'Inter
lo scudetto 2005-2006''

L'ex attaccante nerazzurro ha chiesto alla Procura federale della Figc di togliere ai nerazzurri il tricolore conquistato quattro anni fa e l'interdizione dalle cariche del presidente Moratti e del vice Ghelfi. La vicenda riguarda i dossier illeciti in cui il giocatore figura parte lesa per una presunta attività di spionaggio ai suoi danni

MILANO - L'ex giocatore dell'Inter Christian Vieri ha chiesto alla Procura federale della Figc la revoca dello scudetto 2005-2006 della società nerazzurra e l'interdizione dalle cariche societarie per il presidente Massimo Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi. Questo sulla scorta degli atti dell'inchiesta penale milanese sui dossier illeciti in cui Vieri figura parte lesa per una presunta attività di spionaggio ai suoi danni. Per la vicenda è in corso anche una causa civile nella quale Vieri chiede un maxi-risarcimento a Inter e Telecom. E' nell'ambito di questa causa che sono stati acquisiti gli atti dell'inchiesta penale per la quale è in corso a Milano l'udienza preliminare.

La richiesta di revoca dello scudetto presentata da Vieri, assistito dall'avvocato Danilo Buongiorno, è basata, a quanto si è saputo, sulla presunta violazione dell'art.18 del Codice di giustizia sportiva che prevede, in caso di "violazione dello Statuto, delle norme federali e di ogni altra disposizione loro applicabili" da parte delle società, anche "la non assegnazione o revoca del titolo di campione d'Italia". La richiesta di interdizione di Moratti e Ghelfi è stata presentata in base all'articolo 19 del Codice sportivo che stabilisce le sanzioni per gli stessi casi a carico dei dirigenti.

LA VICENDA - Vieri, nei mesi scorsi, ha avviato una causa civile chiedendo un risarcimento di 12 milioni di euro a Telecom e 9 milioni e 250 mila euro all'Inter perché sarebbe stato controllato indebitamente. Cosa che gli avrebbe causato anche una forte depressione. Tra i documenti acquisiti nella causa anche dei verbali d'interrogatorio resi dall'ex numero uno della security di Telecom, Giuliano Tavaroli. Questi, dopo il suo arresto, spiegò di aver incontrato Rinaldo Ghelfi, "credo amministratore delegato - mise a verbale - e, brevemente, Moratti". In quella occasione gli sarebbe stato chiesto di "capire quale era l'entourage e le persone che ruotavano intorno a Vieri". Alla domanda se fosse proprio necessario ottenere anche i contatti telefonici di Vieri, Tavaroli rispose: "Eh sì per farlo era necessario quanto meno capire quali erano i suoi contatti".

La difesa di Vieri ha depositato, sempre nei mesi scorsi, anche un cd-rom che l'ex segretaria di Adamo Bove, già dirigente della security governance della Telecom morto suicida a Napoli, consegnò alla magistratura. Il cd documenterebbe tutti i contatti di Vieri fino al 25 giugno 2004.

Fonte: Repubblica

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02/04/2010 23:27

Calciopoli, piovono
accuse sull'Inter

Vieri chiede la revoca di uno scudetto, mentre spuntano intercettazioni sui rapporti tra l'ex designatore arbitrale Bergamo e Massimo Moratti. Moggi: 'Forse non si aspettavano queste novità, invito tutti a riflettere''. Bergamo: "Ho sempre detto che parlavo con tutti"

MILANO - Attacco all'Inter, da più fronti. Christian Vieri sostiene di essere vittima di una attività di spionaggio illecito nei suoi confronti e chiede la revoca dello scudetto nerazzurro 2005-2006, Alessandro Del Piero tuona senza mezzi temini chiedendo la restituzione degli scudetti tolti alla Juve, ma soprattutto ci sono le intercettazioni telefoniche anticipate dall'avvocato Maurilio Prioreschi - difensore di Luciano Moggi - tra il presidente Massimo Moratti con l'ex designatore Paolo Bergamo. Il legale di Moggi ha annunciato di voler produrre nelle prossime udienze intercettazioni 'pescate' dall'addetto stampa dell'ex dg della Juve, Nicola Penta, tra le 100mila messe agli atti e nelle quali ci sarebbero contatti tra altri dirigenti del calcio italiano e gli ex designatori Bergamo e Pairetto. E l'ex dg della Juve tuona: "La cosa è semplice: qui o sono tutti innocenti o tutti colpevoli. Secondo me sono tutti innocenti", ha detto l'Ansa commentando la diffusione delle intercettazioni tra Moratti e l'ex designatore. "Forse non si aspettavano queste novità. Invito tutti a riflettere". La replica, sempre all'Ansa, da parte di Paolo Bergamo: "Non mi meraviglio per niente: ho sempre detto che parlavo con tutti. Mi hanno detto che c'è un'altra intercettazione dove io parlo al telefono con il presidente dell'Inter Massimo Moratti dopo una gara tra i nerazzurri e la Sampdoria in cui entrambi facciamo i complimenti a Bertini. Ma lui non era quello che faceva parte della 'cupola' pro Juve? Questa 'cupola' faceva acqua da tutte le parti".

"A Luciano Moggi e' stata contestata la violazione dell'articolo 1 ossia la violazione del dovere di lealtà: mi chiedo e chiedo alla Federcalcio, e lo chiederò al Tribunale di Napoli, perchè ciò non è stato fatto per il presidente dell'Inter Massimo Moratti che parla al telefono con il designatore arbitrale che chiede al presidente il gradimento di un arbitro (Gabriele, ndr), a designazione diretta non a sorteggio, dopo aver chiesto la stessa cosa a Facchetti?". Così il legale di Moggi, avvocato Prioreschi, che aggiunge: "Martedì chiederemo che vengano trascritte tutte quelle che sono state inspiegabilmente ignorate nel corso delle indagini preliminari.

Insomma in Calciopoli si sono usati due pesi e due misure". "Nelle telefonate - spiega Prioreschi - tra altri dirigenti del calcio e designatore si parla di incontri riservati, incontri tra Moratti e dirigenti, di cene come quella di Facchetti con Bergamo. A questo proposito non si capisce perchè quella cena non è stata filmata dai carabinieri, mentre quella tra Della Valle e Bargamo è stata filmata, ascoltata, ci sono stati pedinamenti. Ma nel caso Facchetti-Bergamo, la telefonata che annunciava la cena non è stata nemmeno trascritta. Sa cosa hanno invece fatto i carabinieri a Moggi? Lo hanno pedinato e filmato anche quando era a pranzo con i suoi avvocati...".

L'offensiva è partita da una domanda fatta nell'audizione del colonnello Auricchio (il responsabile delle indagini su Calciopoli), circa la presunta omissione di una telefonata tra Bergamo e Maria Grazia Fazi, impiegata della Figc, in cui il designatore dice di essere stato chiamato da Moratti per lamentarsi dei torti arbitrali subiti dall'Inter.

Da qui al tam tam delle intercettazioni, alcune delle quali in rete su un sito del tifo juventino, il passo è breve. "Visto che non c'è il sorteggio ma c'è designazione a voi ho mandato Gabriele, l'ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi...". Al telefono con il presidente dell'Inter Massimo Moratti, c'è l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo: è il 10 gennaio 2005, sono le ore 12.23 e si parla della partita di coppa Italia Bologna-Inter del 13 gennaio del 2005 finita 3-1 per l'Inter.


Di seguito il testo integrale di alcune telefonate che la difesa di Luciano Moggi chiederà di acquisire dalla procura di Napoli come presunta prova di illecito.

Bergamo: "Mi sono sentito con Facchetti, Presidente per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l'Inter e uno fa il Milan..."
Moratti: "Va bene..."
Bergamo: "Volevamo dargli un immagine buona..."
Moratti: "Sì Sì...".
Bergamo: "Mi ha detto Facchetti sì sì sono d'accordo...".
Moratti: "Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita..."
Bergamo: "Questo gli farà piacere...".
Moratti: "Vado a salutarlo...".
Bergamo: "Visto che lì non c'è sorteggio ma c'è designazione a voi ho mandato Gabriele, l'ho fatto accompagnare bene da 2 assistenti molto bravi..
Moratti: "No no Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni..."
Bergamo: "Un saluto vedrà lo riempirà di gioia..
Moratti: "La ringrazio, mercoledì sono giù se c'è ne bisogno, lo vado a trovare prima della partita...".

Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave...
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti...
Moratti: L'ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte... bravi a beccarli, come cazzo fate voi a beccarli... mi hanno strizzato l'occhio...
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...

RABBIA MORATTI - In un'intervista alla Stampa, Moratti non dà peso alla vicenda e si sfoga: "Ma che vadano pure a sbobinare tutto quello che vogliono, non c'è alcun problema. Davvero qui arriviamo a situazioni ridicole. C'è il tentativo di ribaltare la verità emersa e questo non è giusto".

GAZZONI FRASCARA STA CON MORATTI - Sull'argomento è intervenuto anche l'ex patron del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, che all'Agenzia GRT ha dichiarato: "Non credo che Moratti e Bergamo tramassero per ottenere risultati. Da quello che si legge, in queste telefonate tra Moratti e Bergamo mi sembra non ci sia nulla. Io so che il nostro presidente di allora Cipollini parlava con Pairetto e Bergamo, ma non chiedeva fatti come sembra facesse Moggi. Era normale parlare con il designare il lunedì mattina, non mi risultata ci sia una sanzione che impedisca ai presidenti di parlare con il designatore. Tra telefonare e commentare e telefonare e chiedere dei favori per garantirsi dei risultati è un'altra cosa, ma questo lo decideranno i giudici - dice l'ex numero uno del Bologna - ricordo vagamente quel Bologna-Inter di cui si parla in queste intercettazioni, ma non ci fu partita. Io penso che la linea difensiva del legali di Moggi sia questa: 'Io non ho fatto niente di male, il mio modo di parlare era identico a quello di tutti quanti, il mio linguaggio è stato male interpretato'. La verità - conclude Gazzoni Frascara a GRT - è che Luciano Moggi aveva le mani sul calcio, aveva un potere assoluto".

Fonte: Repubblica

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03/04/2010 08:50


Intervengo solo per ricostruire una verità storica, visto che parlare per luoghi comuni è sempre facile.

Nel primo articolo si parla del Milan-Juventus 0-1 del maggio 2005 decisivo per lo scudetto.
Non so se ci siano state telefonate prima, ma so come è andata la partita, visto che c'ero.
L'arbitro era Collina. E non aggiungo altro.

La juve vinse con un gol di Trezeguet, dopo una splendida azione di Del Piero nel primo tempo.
L'inizio dell'azione era viziata da un netto fallo di Nesta (mi pare su Nedvded, ma non giuro), in cui Collina applicò perfettamente il regolamento e lasciò andare Del Piero per il vantaggio perchè l'azione era pericolosa.
Per amore di obiettività, il fallo era brutto e poteva essere sanzionato con l'espulsione, ma si limitò ad un giallo, forse perchè il Milan alla fine il gol l'aveva preso.
La stessa cosa, ricordo agli smemorati, non fu applicata dal signor Bertini all'andata quando Kakà era lanciato da solo davanti al portiere dopo il fallo di uno juventino. Ma quella partita conteneva episodi assai più strani e 42 telefonate su schede sim straniere allo stesso signor Bertini.
Ma le cose belle successero nel secondo tempo.
Fu negato un rigore su Coso da parte di Cannavaro (mi pare)...ma lasciamo stare, tanto erano le solite trattenute in area che a volte si fischiano e a volte no.
Ma il rigore CLAMOROSO di Zambrotta su Cafù, fatto tra l'altro sul lato corto dell'area, dove, se fosse sfuggito all'arbitro, poteva benissimo essere visto dal segnalinee (che era proprio ben controllato da Meani evidentemente), grida ancora vendetta.
Se qualcuno vuole andare su GOOGLE e prendersi la briga di verificare le mie parole non fa altro che farmi un piacere.
Poi riempitevi la bocca e i polpastrelli con ciò che volete.

Un ultimo paio di cose, poi su questi argomenti, a meno di accadimenti eccezionali, non interverrò più.
Nelle intercettazioni finora lette di Moratti, non ci vedo niente di eccezionale.
Lo stupore che siano state tralasciate fino ad ora, però c'è. E non aggiungo altre illazioni.
La concomitanza fra la revoca della querela (e controquerela) di Moratti a Moggi, proprio mentre escono queste cose, è strana.
Vieri si conferma un deficiente (scopro l'acqua calda), ma soprattutto dimostra, una volta di più, come la maglia dell'inter sia rimasta davvero addosso a molti di quelli che l'hanno indossata.

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03/04/2010 15:03

Quella partita Milan Juventus la ricordo pure io, e se si parla di rigore su Cafù, non si può non ricordare che il fallo di Nesta su Nedved che precedette il gol di Trezeguet era da rosso diretto, e il Milan sarebbe rimasto in 10, come dire che alla fine Collina arbitrò in maniera equa. Piuttosto cominciano a sorgermi i primi dubbi [SM=x44473] se in quel campionato c'era la cupola Moggiana come mai in quella partita decisiva per lo scudetto fu mandato un arbitro super partes come Collina?(Sicuramente molto più vicino a Galliani che a Moggi)e non un arbitro del clan? Come mai due settimane prima in occasione di Juventus Inter 0 1, fu applicata la prova televisiva che costò due settimane di squalifica a Ibraimovic impedendogli di giocare lo scontro diretto? Ma questa cupola come funzionava? Io direi male e faceva acqua da tutte le parti... al processo di Napoli il tenente colonnello Auricchio colui che ha condotto tutta l'indagine di calcipoli è stato messo in grave difficoltà dalla difesa rispondendo con i se... ma... non ricordo... e ammettendo che ha condotto le indagini non seguendo direttamente le partite ma raccogliendo informazioni sugli articoli della gazzetta dello sport, e sulla famosa patente a punti che faceva l'ex arbitro Baldas in quella goliardica trasmissione che era il "processo di biscardi". Che dire... un modo così superficile di condurre le indagini da un ufficiale dei carbinieri, lascia sgomenti!! E a questo gli hanno dato pure una promozione [SM=x44466]. Calciopoli a noi juventini dovrà spiegare tante cose, e finalmente in un processo serio come quello di Napoli ne sapremo di più. Giorno 13 aprile riprenderà l'udienza e finalmente verranno svelate le intercettazioni dell'Inter.


P:S. Auricchio è stato accusato anni fa di manipolazione di intercettazioni telefoniche, una vicenda sgradevole che attende definitiva chiarezza. L'altro ufficiale che ha condotto con Auricchio l'inchiesta su calciopoli si chiama Giovanni Arcangioli, e anche lui non ha come dire una carriera limpida alle spalle, visto che ha subito un processo perchè accusato nel 92 di aver fatto sparire la famosa agenda rossa del giudice Borsellino. Lui faceva parte della scorta quando il povero magistarto fu barbaramente assasinato.
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07/04/2010 12:53


Una notizia minuscola su la Repubblica di oggi:

"Dossier illegali, la rivelazione di Tronchetti Provera ai giudici milanesi:
"Letta mi rassicurò su Tavaroli"


(piede a pagina 4).
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07/04/2010 13:39

Se le intercettazioni riguardanti l'Inter sono solo quelle che fin'ora ho letto sono molto tranquillo. Non sono minimamente paragonabili a quelle riguardanti altri personaggi (non solo Moggi).
Rispondendo al capitano, forse le intercettazioni di Moratti nel 2006 non uscirono proprio perchè irrilevanti sia penalmente che per la giustizia sportiva.

Poi, se uscirà qualcosa di diverso, commenterò di volta in volta.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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07/04/2010 15:45

...ma voi, a parte ciò che suggerisce il tifo, riuscite ancora a credere a qualcuno? [SM=x44466]

Per carità... io in questi anni ho avuto di meglio da fare che spulciarmi tutte le intercettazioni e tutte le testimonianze, illazioni e quant'altro, per cui magari ho un'opinione un po' vaga... però a questo punto mi pare evidente che se i campionati pre-calciopoli non erano credibili, l'inchiesta lo è ancora meno. [SM=x44463]

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07/04/2010 16:04

Le intercettazioni che sono uscite adesso sono da violazione dell' art.1, proprio come quelle di Moggi, ma purtoppo questo non l'ha capito nessuno [SM=x44464] nonostante siano passati quasi 4 anni. Ricordiamo che allora i giudici nelle intercettazioni di Moggi non riscontrarono nessun illecito ma solo violazioni dell'art1, cioè violazione dei principi di lealtà sportiva, tuttavia dovendo condannare per forza Moggi, loro dissero che quelle telefonate fatte con i designatori evidenziavano un rapporto stretto e confidenziale tale da inquinare l'intero campionato 2004-05, e quindi di consegunza facendo una sommatoria di art.1 trasformarono quella pena in art.6 introducendo proprio a partire da quel giorno un nuovo reato nel codice di giustizia sportiva "illecito strutturato!!! o associativo!!!", pena per cui è stata condannata pure la Juventus. Alla luce di quello che sta venedo fuori adesso è chiaro che anche l'Inter intratteneva rapporti confidenziali con il designatori, visto che si parla di una cena che Facchetti doveva fare a casa di Bergamo, e gli indica dove deve parcheggiare, e un altra di Moratti allo stesso designatore in cui gli dice se ci possiamo vedere a Forte dei Marmi nella villa del petroliere. Anche il giudice Ruperto che all'epoca dei fatti diede le sentenze ha detto che queste intercettazioni sono un fatto nuovo, e se fossero uscite nel 2006 anche l'Inter doveva essere inquisita. E che alla luce di questi fatti nuovi lo scudetto di cartone non gli spetta proprio [SM=x44464] ricordiamo che anche la procura federale è in allerta e pronta a intervenire.
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07/04/2010 16:30

Re:
il tobas, 07/04/2010 13.39:


forse le intercettazioni di Moratti nel 2006 non uscirono proprio perchè irrilevanti sia penalmente che per la giustizia sportiva.

Poi, se uscirà qualcosa di diverso, commenterò di volta in volta.



E invece adesso stiamo scoprendo che erano rilevanti visto che sono da art.1 e lo ha detto proprio Ruperto, ed è grave che non siano uscite nel 2006, e di tutto questo la colpa è del colonnello Auricchio che ha condotto l'inchiesta con molta negligenza, visto che a seguito delle intercettazioni non ha fatto indagini giudiziarie, ma seguiva l'inchiesta leggendo i resoconti sportivi della "gazzetta dello sport" e tanto per fare un esempio su Paparesta controllava la sua patente a punti che l'ex arbitro Baldas faceva goliardicamente al "processo di biscardi", per punire gli arbitri che sbagliavano [SM=x44473] cioè roba da soap opera da bar dello sport... da questo si può capire che valore possa avere calciopoli, una cosa è sicura il colonnello Auricchio deve spiegare tante cose... perchè su 171.000 intercettazioni ha messo in rilievo solo quelle di Moggi e perchè quest'inchiesta è stata a senso unico, perchè hanno avuto rilevanza penale visto che sono state trascritte, le telefonate dove il figlio di Moggi invita a cena la d'Amico oppure quella dove la moglie di Pairetto parla del panettone che deve portare, con la moglie di Bergamo visto che dovevano cenare insieme. L'arma dei carabinieri non ci sta facendo una bella figura e direi anzi che è stata un pò sputtanata!! Adesso vediamo cosa viene fuori perchè siamo solo all'inizio.
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07/04/2010 16:41

Vorrei riportare in merito a calciopoli anche le dichiarazioni che ferce a suo tempo il giudice Narducci:
il magistrato napoletano dichiarava “sono balle smentite dai fatti le tesi sull'esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti. Nelle migliaia di intercettazioni, ha sottolineato il magistrato, ''ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr),
perche' solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio''. ''I cellulari - ha aggiunto – erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e' vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzini o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle''.
''Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...''.

E invece le telefonate trascritte in questi giorni smantiscono in maniera clamorosa!!! Narducci [SM=x44464] [SM=x44466]
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IPERCULATTONE 2008
07/04/2010 18:42

da milanista aspetto gli sviluppi, anche se non ho mai creduto alla barzelletta che il coinvolgimento rossonero fosse limitato a una partita persa(Siena),una pareggiata(Brescia)e una vinta(Chievo). Comunque, o Galliani è un mariuolo sfigato o il re dei pirla. Staremo a vedere

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Briscola IperCafonica 2012
07/04/2010 19:17

Re:
Giubo, 07/04/2010 18.42:

da milanista aspetto gli sviluppi, anche se non ho mai creduto alla barzelletta che il coinvolgimento rossonero fosse limitato a una partita persa(Siena),una pareggiata(Brescia)e una vinta(Chievo). Comunque, o Galliani è un mariuolo sfigato o il re dei pirla. Staremo a vedere




propenderei più per la 2a
e non per i suoi abbinamenti cromatici denti/cravatte [SM=x44452]
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07/04/2010 22:47

CLAMOROSO: SU CALCIOPOLI SI SCHIERA LA JUVENTUS

La Juventus ha deciso di rompere gli indugi: vuole una 'rivalutazione' completa del caso Calciopoli, alla luce dei nuovi elementi che stanno emergendo con la pubblicazione delle intercettazioni nelle quali altri dirigenti contattavano designatori e arbitri, discutendo delle medesime cose per le quali Moggi è stato squalificato e la Juve è stata mandata in Serie B con penalizzazione. Proprio in questi giorni si stava riaprendo la polemica sul comportamento processuale tenuto dalla Juve nel 2006, Elkann però ha chiarito al Corriere della Sera: «Noi abbiamo solo rispettato le istituzioni sportive». E soprattutto, hanno dovuto difendersi da un'accusa nella quale, delle telefonate di Moratti, Facchetti, delle nuove intercettazioni di Meani, di quelle di Cellino, Pradè e altri dirigenti non c'era traccia. Ora la controffensiva.
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Briscola IperCafonica 2012
09/04/2010 10:01




#1 COSÌ FACEVAN TUTTI? LA JUVE SI SVEGLIA E CHIEDE “PARITÀ DI TRATTAMENTO”
#2 LA TELEFONATA FACCHETTI-DE SANTIS. L’ARBITRO: “VE L’AVEVO DETTO CHE MI TELEFONAVA”
#3 IL VERO MISTERO DELL’INCHIESTA È IL PERCHÉ I MAGISTRATI NEGASSERO L’ESITENZA DELLE CHIAMATE NON JUVENTINE – PER IL COLONNELLO AURICCHIO ERA “TUTTO TRASCRITTO”
#4 ENTRA IN CAMPO PERSINO IL GOVERNO CON BONAIUTI: “FORSE LA VICENDA È DA RIVEDERE”
#5 L’IRA FUNESTA DELL’ULTRAS MUGHINI: “PARITÀ DI TRATTAMENTO UN BEATISSIMO C… ORA RESTITUITECI TUTTO”


1 - BONAIUTI: «CALCIOPOLI? VICENDA FORSE DA RIVEDERE»...
Da Corriere.it -
«Forse questa vicenda dovrebbe essere rivista tutta quanta, andando a vedere dove stanno tutte le responsabilità». Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ospite di «Un Giorno da Pecora», su Radiodue, parlando delle nuove intercettazioni relative al periodo dello scandalo Calciopoli. Per Bonaiuti «le storie o non le apri, o le apri e le vedi fino in fondo».

L'argomento è tra quelli di cui si dovrebbe discutere durante il Consiglio federale della Figc, in programma nella sede di via Allegri a Roma. Lo ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, entrando nella sede della Federcalcio. «Ne parleremo senz'altro, l'argomento fa parte delle comunicazioni», ha spiegato. Lo scandalo calcistico di quattro anni fa è tornato d'attualià negli ultimi giorni con la pubblicazione di alcune intercettazioni diffuse dai legali di Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus.



2 - IL MISTERO DELL'INCHIESTA: LE TELEFONATE SCOMPARSE - IL COLONNELLO AURICCHIO: «TUTTO TRASCRITTO»
Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"


Chi ha avuto modo di vedere l'incartamento dell'inchiesta sfociata nel processo contro Luciano Moggi e altri ex potenti del mondo del calcio che si sta svolgendo a Napoli (atti depositati e pubblici), sa che ci sono migliaia e migliaia di pagine. Verbali di interrogatorio, ordinanze dei magistrati, informative dei carabinieri, trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Ma non c'è un rigo che faccia riferimento alle telefonate che in questi giorni la difesa di Moggi sta diffondendo, in cui si sente la voce di dirigenti interisti come Massimo Moratti o il compianto Giacinto Facchetti a colloquio con i designatori degli arbitri o degli assistenti di linea.

L'ultima che è stata messa in circolazione riguarda un colloquio tra Facchetti e Massimo De Santis, ex arbitro internazionale anche lui rinviato a giudizio in questo processo («Ti interessi di arbitri?», chiede De Santis. E Facchetti: «Mi sa che ci interesseremo in tanti...»).

Non esiste una trascrizione fatta dagli investigatori, non se ne parla nelle informative che i carabinieri inviavano alla procura, e di conseguenza non ne scrivono i magistrati. È forse il punto più difficile da comprendere in questa vicenda: perché i carabinieri decisero di trascrivere fedelmente, o anche di sintetizzare nelle informative, il contenuto di telefonate che pure successivamente i pm scartarono giudicandole non importanti, e scelsero invece di non dare notizia ai titolari dell'inchiesta di quei colloqui in cui comparivano i dirigenti dell'Inter, ritenendoli unilateralmente irrilevanti.

Quando, nel corso dell'ultima udienza, l'avvocato Maurilio Prioreschi, uno dei difensori di Moggi, ponendo le proprie domande al colonnello Attilio Auricchio - l'ufficiale che condusse le indagini- fece riferimento a telefonate relative all'Inter, il carabiniere fu categorico: «Tutte le telefonate sono state intercettate, registrate e trascritte», rispose. Facendo una scelta inspiegabile alla luce di ciò che sta emergendo in questi giorni, da cui appare evidente che non tutto fu trascritto. È invece chiarissimo perché la difesa di Moggi dia tanto peso alle telefonate di Moratti e Facchetti e anche di dirigenti di altre società (Galliani, Cellino, Foti).

L'accusa che più preoccupa Moggi è quella di aver costituito e capeggiato una associazione per delinquere (le altre, con i tempi che rischia di avere il processo, potrebbero andare in prescrizione prima della sentenza). Se riusciranno a convincere il giudice che i contatti con i dirigenti arbitrali erano prassi abituale per tutte le società, i difensori dell'ex direttore generale della Juventus ritengono che di conseguenza si smonti la tesi accusatoria di una cupola capeggiata da Moggi che pilotava gli arbitraggi solo a favore della Juventus.



3 - CALCIOPOLI BIS, I BIANCONERI VALUTERANNO «EVENTUALI NUOVE PROVE»
Jacopo D'orsi per "La Stampa"

Così, a quanto pare, facevano tutti. E la Juve adesso chiede «parità di trattamento».
A 1.363 giorni da quel 14 luglio 2006, il momento più nero della storia del club, quando un tribunale sportivo, la Caf, per la prima volta la condannò alla serie B (con 30 punti di penalizzazione, diventati 17 e poi 9), i bianconeri tornano a parlare di Calciopoli, lo scandalo che nell'estate del 2006 ha travolto il nostro football e la società più titolata della penisola.

È bene chiarire subito che con questa mossa la Juve non pretende la revisione del processo sportivo che la portò alla retrocessione, alla revoca dello scudetto 2005 e alla non assegnazione di quello del 2006 poi consegnato all'Inter, semmai - qualora dovessero emergere responsabilità di altre società come lasciano intendere le nuove intercettazioni scovate dai legali di Moggi - l'istruzione di un altro procedimento. In sostanza: se hanno sbagliato anche altri, è giusto che siano puniti con la stessa severità.

Ogni riferimento all'Inter non è puramente casuale. La Juve, va da sé, resta alla finestra ed è molto cauta, ma la nuova partita potrebbe giocarsi proprio attorno al titolo 2006, che la giustizia sportiva scucì dalle maglie bianconere appiccicandolo su quelle nerazzurre. Alla luce del nuovo scenario fu una decisione giusta?

Sedersi al self-service degli arbitri, rivelano le nuove telefonate già rese pubbliche, era prassi comune nel nostro calcio, il che proverebbe - sempre secondo la difesa di Moggi - che il sistema di illeciti per il quale furono azzerati i vertici della Juve e decisa la retrocessione non faceva capo soltanto all'ex dg bianconero. Tutto il materiale sarà portato in aula alla prossima udienza del processo penale di Napoli, martedì 13 aprile. «La nostra finale di Champions League», l'hanno definita i tifosi impazienti nei loro blog.

Nessuno alla Juve s'aspetta la retrocessione dei nerazzurri, né la restituzione dei due scudetti, ma levare quel tricolore al palmares della concorrenza potrebbe essere una prospettiva concreta, nonché una sorta di risarcimento (anche e soprattutto per i tifosi). Una chiusura del cerchio rispetto a quattro anni fa.

A 8 giorni dall'Inter-Juve di campionato, la sensazione è che stia iniziando un altro derby d'Italia. La presa di posizione ufficiale del club, attesa e quasi sollecitata da un popolo in fibrillazione, è destinata a far rumore e segue le nuove intercettazioni che documentano conversazioni tra i massimi dirigenti (anche) di Inter e Milan (Moratti, Galliani, Facchetti scomparso nel 2006) e i designatori arbitrali dell'epoca (Bergamo, Pairetto e Mazzei per i guardalinee).

Il primo bianconero a parlarne, una settimana fa, fu Del Piero, solleticando l'appetito della tribù. «Si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza», disse il capitano alla tv del club. Conclusione: «Mi auguro che gli scudetti tolti ci vengano restituiti anche a livello globale».

Ora a far sentire la propria voce è la società, la cui posizione tuttavia è leggermente diversa: «Nel pieno rispetto delle attività riguardanti i processi in corso - si legge nella nota ufficiale concertata con la proprietà -, la Juventus valuterà attentamente con i suoi legali l'eventuale rilevanza di nuove prove introdotte nel procedimento in atto a Napoli al fine di garantire, in ogni sede sportiva e non, e come sempre ha fatto, la più accurata tutela della sua storia e dei suoi tifosi».

Il vigile silenzio è dunque diventato una vigile attesa.
Con questa conclusione: «La Juventus confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d'altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006».
Tradotto, significa che rispetto a 4 anni fa la strategia non è cambiata di una virgola. Nessuno si autocondannò.

Allora, l'avvocato Cesare Zaccone, legale del club, pretese la stessa «par condicio» invocata ora. Chiusa definitivamente la pagina della retrocessione, sulle cui conseguenze non è possibile tornare indietro, l'obiettivo è chiedere alle istituzioni e alla giustizia (sportiva e non) di usare lo stesso metro adoperato quattro anni fa nei confronti della Juve. Di guardare, cioè, gli eventuali fatti nuovi attraverso le stesse lenti.



4 - FACCHETTI IN LINEA CON DE SANTIS "VISTO CHE MI CHIAMAVA?"
Guglielmo Buccheri per "La Stampa"


Nel dossier delle nuove intercettazioni trascritte dalla difesa di Luciano Moggi trova spazio anche un colloquio del 24 marzo del 2005 fra l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, e l'ex arbitro Massimo De Santis, imputato al processo di Napoli con l'accusa di promotore dell'associazione a delinquere. Nel merito, la telefonata fatta da Facchetti a De Santis non appare significativa, ma è il fatto stesso che un dirigente (il più alto) di una squadra chiami direttamente un arbitro a segnare un nuovo confine.
Questo l'incipit dell'intercettazione.


Facchetti: «Massimo».
De Santis: «Come stai Giacinto?».
Facchetti: «Bene, e tu?».
De Santis: «Devo farti i complimenti insomma, ti interessi di arbitri...».
Facchetti: «Eh...vedremo, ma mi sa che ci interesseremo in tanti di...».
De Santis: «E vabbè, si interessano tutti, ormai è l'argomento del giorno».
Facchetti: «Sei già a Parigi?».
De Santis: «No, parto domani mattina».
Facchetti: «Perchè mi ha chiamato Bla...ehm Gagg, viene là anche lui».
De Santis: «Ah, viene a Parigi Walter?».
Facchetti: «Si viene anche lui con...e mi ha detto che ti portava i miei saluti».


Gagg è un alto dirigente Fifa che assisterà alla partita Francia-Svizzera valida per le qualificazioni mondiali: questo dice l'intercettazione. Sullo sfondo resta una telefonata che mette in contatto un dirigente nerazzurro e un arbitro al centro del processo di Calciopoli perchè indicato come leader della cosiddetta «combriccola romana», ovvero quei direttori di gara che avrebbero legato la loro carriera a Moggi e alla Juve. «Quando - spiega De Santis - mi chiesero se qualche dirigente mi chiamava e io dissi di sì facendo riferimento a Facchetti, la famiglia mi querelò. Mi dispiace perchè, adesso, stiamo parlando di qualcuno che non c'è più e che merita rispetto, ma questa intercettazione è un fatto».



5 - E ADESSO RESTITUITECI TUTTO...
Giampiero Mughini per "Libero"


Arriva finalmente, dopo quattro anni di sordomutismo, una nota ufficiale della società Juventus dove per quel che è di Calciopoli il pane lo si comincia a chiamare pane. Alla luce dello strabiliante materiale che gli avvocati difensori di Luciano Moggi si sono procurati a forza di denaro e di indagine accanita, la Juve chiede "parità di trattamento" con le altre società coinvolte in quel fiume di telefonate in cui dirigenti dell'Inter o del Milan chiedevano che ad arbitrare quella data partita fosse l'arbitro Tizio e i guardalinee Caio e Sempronio.

Telefonate la cui esistenza ancora pochi giorni fa era perentoriamente negata dai pubblici ministeri di Napoli che stanno giudicando se sì o no Antonio Giraudo e Luciano Moggi avevano messo in piedi "una organizzazione a delinquere" che fungeva da signora dei campionati. Un'accusa tutta fondata sul presupposto che fossero solo Giraudo e Moggi a circumnavigare i designatori arbitrali, a commentare con loro affabilmente partite e arbitri, a imprecare contro decisioni arbitrali giudicate sbagliate, addirittura ad andare a cena con quei designatori: accompagnati dalle loro mogli, un'aggravante non da poco.

Una costruzione accusatoria che va giù come neve al sole alla luce del materiale che abbiamo letto e che leggeremo, un materiale di cui dire che è cospicuo è dire niente. Per aver fatto Moggi telefonate analoghe al suo amico trentennale Giorgio Bergamo, telefonate in cui il "direttore" della Juve parlava di quel che è il pane e la religione della sua vita, quale arbitro fosse più capace professionalmente ad arbitrare una partita importante, la Juve è stata derubata di due scudetti, cacciata dalla Champions e dai suoi redditi, scaraventata in serie B e per giunta con una sonante penalizzazione, disossata professionalmente di tanti suoi campioni e per giunta costretta a venderli ai suoi rivali pur di sopravvivere. La nota della Juve dice che questa "parità di trattamento" loro la avevano sempre chiesto.

I fatti dicono esattamente il contrario. All'origine degli sfracassi di Calciopoli/Farsopoli c'è esattamente il fatto che la società Juve (e dunque la sua proprietà) aveva offerto l'altra guancia a giudici sportivi e a giornalisti euforici che stavano picchiando a morte contro la Juve e la sua leggenda. Di telefonate intriganti ne erano emerse già in quei due o tre mesi estivi in cui si compì il massacro della Juve, e c'erano di mezzo il Milan, la Fiorentina, la Lazio.

"Parità di trattamento" un beatissimo c. Al Milan in tutto e per tutto tolsero qualche punticino e lo riacciuffarono per la collottola pur di aprirgli le porte della Champions, che poi la squadra di Ancelotti vinse. Pur di avere qualche punto di penalizzazione in meno, la Juve decise di non ricorrere al Tar, un ricorso arduo ma non impossibile da vincere. Sui giornali vicini a casa Agnelli il sordomutismo era ed è stato impressionante.

Per dire del quotidiano della famiglia, "La Stampa", solo da un paio di settimane l'argomento Calciopoli vi viene affrontato con una qualche attenzione problematica, come se non fosse così scontato che Luciano Moggi altri non era che la versione più recente del Male Assoluto. Non c'è stato grande giornale italiano che abbia mai speso una parola a favore della Triade, e questo sino a un editoriale di Mario Sconcerti apparso sul "Corriere della Sera" una decina di giorni or sono.

C'era solo Moggi a difendere se stesso su "Libero" o in alcune tv private. E già questo era insopportabile a tanti, che Moggi esercitasse il suo diritto alla difesa. Per dire di un cialtrone, ascoltavo alcuni giorni fa in una radio privata che è la mia preferita una trasmissione il cui conduttore nel replicare alla telefonata di uno che malediceva la presenza di Moggi in alcune tv private, gli diceva che aveva una ben misera opinione del suo tempo se stava ad ascoltare quel che diceva Moggi.

Per quattro lunghi anni non ci fossero stati alcuni siti juventini online e alcune tv private, non una parola sarebbe stata pronunciata a difendere la storia della Juve e le sue vittorie. Non ci fosse stato l'eroico lavoro artigiano di Emilio Cambiaghi (autore di un magnifico Manuale di autodifesa del tifoso juventino), di Stefano Discreti, di Massimo Zampini, di tutti i prodi che costruiscono l'informazione quotidiana del sito Ju29ro.com (al cui recentissimo e imperdibile "Che fine ha fatto la Juve?" sono orgoglioso di avere apposto la prefazione), di blogger quali Mauro Zucconi (strepitoso un suo articolo su "Il Secolo XIX" in cui supplicava John Elkann di vendere la Juve a un emiro), la dittatura del "pensiero unico" anti-Juve sarebbe stata totale.

La dittatura di un pensiero che vuole la Juve signora degli scudetti solo perché imbroglia e corrompe, un pensiero che aveva atto capolino già nell'Italia dei cinque scudetti consecutivi bianconeri negli anni Trenta. Il pensiero del "bar dello sport", e non è un caso che i giudici sportivi dell'estate 2006 abbiamo fatto riferimento a quel pensiero come a qualcosa di cui avevano tenuto conto.

Dopo quattro anni di sordomutismo la proprietà della Juve s'è desta.
"Parità di trattamento" significa chiedere la riapertura del processo sportivo, e ci mancherebbe altro che non fosse possibile per un qualche cavillo. "Parità di trattamento" significa richiedere indietro il 28° e il 29° scudetto, i due scudetti dell'era Capello, due scudetti tra i più belli della saga juventina, e di cui non c'è leale giocatore di calcio o mister da me incontrati in tanti anni di frequentazione dei set televisivi consacrati al calcio, che non dicesse che la Juve li aveva stravinti sul campo. Con una squadra di cui otto titolari su undici disputarono la finale del Campionato del mondo nel luglio 2006.


08-04-2010

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09/04/2010 19:57

Moratti l'aveva già detto "Bergamo mi telefonava"
In un'intervista del 2006 al Magazine del Corriere della Sera, il presidente nerazzurro ammetteva: "Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono". E ancora: "I designatori mi chiamavano per chiedermi delle opinioni. Erano telefonate 'normali', senza alcun interesse"

MILANO, 9 aprile 2010 - Da più parti in questi giorni si è detto che Massimo Moratti ha sempre sostenuto di non aver mai avuto contatti con i designatori arbitrali. Ieri è riemersa un’intervista al Magazine del Corriere della Sera del 31 agosto 2006 in cui il presidente dell’Inter affrontò il tema Calciopoli in un colloquio con Claudio Sabelli Fioretti. Questi i passi salienti.


Moggi dice che con Bergamo ci parlava anche Facchetti…
"Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono".

Meno rapporti si hanno con i designatori e meglio è.
"Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene".

Lei ha mai telefonato a un designatore?
"No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni".

Quindi non è da escludere che un giorno vengano fuori delle telefonate in cui c’è anche lei…
"Solo telefonate 'normali' senza alcun interesse".

Moggi dice che se avessero intercettato anche gli altri si sarebbero scoperte le stesse cose.
"Ma mica intercettavano Moggi. Intercettavano Bergamo. Evidentemente la Juve c’entrava e l’Inter no".

Ai Mondiali erano quasi tutti juventini, nell’Italia e in altre squadre. Forse vincevano perché erano bravi.
"La Juve aveva un ottimo allenatore e un’ottima squadra. Potevano benissimo vincere senza bisogno di trucchi, ma volevano essere sicuri al 100%. Pensavano: non possiamo permetterci il minimo rischio di perdere. Il sistema Moggi era come un’assicurazione".

Ma lei lo aveva capito che esisteva un sistema Moggi?
"Se l’avessi capito non avrei mandato più la squadra in campo: perché giocare sapendo che non si può vincere? Avevo però capito che Moggi e Giraudo avevano dei vantaggi. E che gli arbitri avevano per loro un’attenzione speciale".

Tempo fa l’ex arbitro Nucini venne da voi e vi raccontò tutto il marcio che c’era.
"Lo mandammo dai giudici ma non confermò il suo racconto. Ebbe paura delle conseguenze".

Poteva denunciare la cosa lei.
"Temevo fosse una trappola per farci fare brutta figura. Però nacque la voglia di capire cosa ci fosse di vero".

Metteste sotto sorveglianza l’arbitro De Santis.
"Una persona si offrì di farlo. Ma non ne uscì nulla".

Chi butta giù dalla torre tra Moggi e Giraudo?
"Moggi ha sempre esposto il suo viso, coraggiosamente. Butto Giraudo".

www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/09-04-2010/moratti-aveva-gia-detto-6035873250...
[Modificato da il tobas 09/04/2010 19:58]

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
(Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
IS DIE BENUTZUNG DES ABORTES NICHT GESTATTET



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09/04/2010 20:34

Re:
Etrusco, 09/04/2010 10.01:


...
un arbitro al centro del processo di Calciopoli perchè indicato come leader della cosiddetta «combriccola romana», ovvero quei direttori di gara che avrebbero legato la loro carriera a Moggi e alla Juve. (si parla di De Santis. n.d.rad)
...




E poi ci si è scandalizzati se parte della tifoseria laziale, dopo Parma - Juve del 2000, con gol di Cannavaro regolare (che vestiva la maglia del Parma) si ribellò sotto la sede dellla FIGC e, provocata dalla polizia, si scatenarono incidenti per la città.

Quel Parma - Juve lo arbitrava proprio De Santis.

L'epilogo della storia, però, riportò giustizia, con un gol di Calori (Perugia) che all'ultima di campionato sconfisse la Juve e permise alla Lazio la vittoria di uno scudetto ampiamente meritato, fin dall'anno prima, dove il re della cupola non era Moggi ma Galliani e/o Berlusconi, e dal precedente ancora, dove un mani di Tacchinardi in Lazio - Juve fu ignorato, eliminando la Lazio dalla corsa scudetto nelle ultime giornate e facendo in modo che la disputa fosse tra Juve ed Inter (peccato che di quell'anno si ricorda solo il rigore non dato su Ronaldo ma non anche ciò che successe nelle giornate precedenti).

Comunque in quel periodo, come anche oggi, le combine non si fanno solo con i rigori o fuorigioco rilevati o meno, ma soprattutto con un preciso studio delle ammonizioni, e successive squalifiche, e con le meno appariscenti interruzioni, o meno, del gioco a centrocampo.
Punizioni date o negate.
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